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Violenza Donne

La violenza sulle donne è anche il risultato di relazioni d'amore "malate" da cui non è facile uscire fuori senza aiuto

Abruzzo, 8 marzo 2015. Mentre ovunque si festeggia la festa della donna, viene picchiata e uccisa Daniela M., di 53 anni, per mano del suo compagno J.M. di 57 anni. Sarà lui stesso a chiamare le forze dell'ordine dopo l'accaduto. Lazio: Carmelita M. di 47 anni era una mamma di 2 figli. Una vita con tanti alti e bassi, tra violenze psicologiche e fisiche mai denunciate per amore. Ad un certo punto, quando lei desidera migliorare la propria vita, il matrimonio finisce e il 2 ottobre 2015 viene uccisa davanti l'asilo dove lavorava l'ex marito, che mai aveva accettato la separazione. E così Marinella, Valentina, Carla, Luana, Laura... donne di diverse età uccise in modo violento, anche davanti ai figli. Gli autori sono spesso ex mariti o fidanzati, uomini mentalmente disturbati o semplicemente accecati dalla gelosia e dalla rabbia per essere stati lasciati. Le donne hanno trovato il coraggio "troppo tardi" di scappare dall'amore malato che le legava ai loro compagni. Anche se la cronaca porta alla ribalta questi tragici epiloghi di amori finiti, dobbiamo ricordare che in tanti altri casi non si ha la forza di reagire e si continuano a vivere all'interno delle mura domestiche situazioni relazionali di grande sofferenza. La statistica ci descrive dati allarmanti a questo riguardo. Ma ci si chiede: perchè succede tutto questo? Cosa intendiamo per "amore malato"? Perchè queste donne hanno scelto di amare l'uomo che le fa soffrire o, come nei casi peggiori, che le ha uccise?

Chiedi allo Psicologo!

La psicologia ha studiato a fondo le dinamiche che sono alla base dei rapporti relazionali, per meglio capire anche le devianze verso comportamenti psicopatologici violenti. E.Berne, padre dell'analisi transazionale, ci dice che ognuno di noi sembra agire in modo inconscio secondo un copione chiamato "gioco", dove vi è una falsa rappresentazione del Sè e dove si possono facilmente innescare comportamenti psicopatologici. Questo copione ognuno di noi lo scrive nell'infanzia, influenzato dai rapporti famigliari e da situazioni successive. Nella scelta del partner si cercherà e si verrà attratti dalla persona che si adatterà al nostro copione e reciterà il ruolo giusto per riempire i nostri vuoti emozionali e darci una percezione di felicità. Ma nel giocare questi ruoli relazionali può capitare di imbattersi in situazioni di sofferenza emotiva in cui si rimane incastrati e da cui non si riesce più ad uscire. Abbiamo bisogno dell'altro che abbiamo scelto per sentirci meglio, ma alla fine soffriamo perchè si crea una dipendenza che distrugge invece di costruire. Il più famoso dei copioni patologici lo descrive S.Karpman con il "triangolo drammatico": il salvatore - il persecutore - la vittima. S. K. teorizza che anche nelle relazioni di due soli membri si interpretano in maniera complementare questi tre ruoli, per cui un certo tipo di persona viene sempre attratta da quella che può interpretare il ruolo complementare. Secondo alcune teorie, per capire i motivi che favoriscono l'insorgere della violenza nella coppia si rende necessario capire e analizzare i ruoli svolti dagli attori della relazione e i loro stili di attaccamento. In genere si tratta di legami affettivi in cui la scarsa considerazione di Sè di uno dei partner lo porta a vivere un forte stato ansioso di preoccupazione di fronte ad un possibile abbandono. Un altro interessante contributo all'analisi dei rapporti relazionali "malati" è quello della psicoterapeuta Robin Norwood. Lei definisce "Donne che amano troppo" coloro che sono vittime di un amore malato, ossessivo, di un amore che fa soffrire, di quell'amore che fa chiudere gli occhi del cuore fino a giustificare i comportamenti negativi del partner (quali maltrattamenti, violenze,tradimenti, indifferenza, etc.) fino a pensare di riuscire a poter "cambiare il modo di fare del proprio uomo" e riuscire a farsi amare! R.N. ci dice che le donne che fanno questo sono convinte di amare e di sopportare per amore e per questo non vogliono lasciare il loro compagno, mentre in loro c'è solo un sentimento di paura, tra cui la paura di restare sole ed essere ignorate: sentimenti, questi, legati alla bassa autostima. Il legame con il compagno diventa così una sorta di dipendenza che non si vuole spezzare. Spesso succede, nelle relazioni che finiscono, che poi le stesse donne si innamorino di nuovo di uomini sempre dello stesso tipo. Ma perchè una donna si innamora di un uomo sbagliato che la fa soffrire? Secondo l'autrice all'origine di questo comportamento c'è quasi sempre un vissuto infantile di relazioni famigliari (in particolare il rapporto con il padre) dove non si sono sentite valorizzate e amate. Così da adulte, come in un copione che si ripete, queste donne vanno alla ricerca di di un uomo spesso inaffettivo e sfuggente, da cui cercano di farsi amare diventando tolleranti anche a comportamenti molto negativi di lui. Si entra in un labirinto di sofferenza da cui non si riesce ad uscire. La donna non si rende conto che una relazione efficace deve avere altre caratteristiche. E quando se ne rende conto è sempre troppo tardi...

Queste situazioni sono più frequenti di quello che si pensi. La soluzione è dentro noi stessi: solo il raggiungere la consapevolezza del Sè può aiutare ad accorgersi dell'esistenza di un problema relazionale. Ma è possibile guarire da soli? Non è facile, come un drogato non riesce da solo ad uscire dalla dipendenza, la stessa cosa è per chi ha una dipendenza da "amore malato"! Se state leggendo questo articolo probabilmente state cercando delle risposte a qualcosa che vi affligge. Se riconoscete che la vostra relazione di coppia è disturbata da atteggiamenti vostri o del partner che vi procurano sofferenza... probabilmente avete bisogno di aiuto. Se non riuscite a parlarne con nessuno per paura che lui se ne accorga, paura delle conseguenze o solo perchè siete convinte che ne abbiate colpa, allora è il momento di chiedere aiuto per capire se siete incastrate (o meno) in quello che abbiamo chiamato "amore malato". Non cercate da sole le ragioni di quello che accade. E necessario che parliate in tempo con una figura professionale che potrà aiutarvi a capire ciò che da sole non riuscite a capire! Rivolgetevi ad uno Psicologo che in maniera anonima e discreta possa orientarvi, parlatene con un Avvocato per tutelare i vostri diritti. Parlatene, denunciate, prima che sia troppo tardi! Senza paura.

Dott. Giacomo Scuderi

INFORMAZIONI SULL'AUTORE DELL'ARTICOLO

Il dott. Giacomo Scuderi, Psicologo e Giornalista, si occupa di consulenza e sostegno psicologico per depressione, ansia, attacco di panico, disturbo ossessivo compulsivo, conflitti di coppia ed altre difficoltà. Effettua interventi di psicologia del lavoro, dello sport, per lo studente, per la disabilità; cura la realizzazione ed il coordinamento di progetti. Clicca qui per contattarlo.

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