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Fame Nervosa

Spesso si sottovaluta che la fame nervosa è una patologia psicologica, prima di tutto, spesso in comorbilità con obesità e altri problemi fisici

Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo sperimentato il "piacere" della buona tavola, mangiando un tipo di pizza o pasta che tanto ci piace, oppure assaporando il nostro dolce preferito. Quindi è abbastanza semplice intuire che il cibo ci gratifica. Perchè avviene questo? In maniera molto semplice potremmo dire che l'assunzione di alimenti che risultano gradevoli al nostro gusto favorisce la produzione di neurotrasmettitori legati al piacere (tra cui la seratonina): la lingua contiene moltissimi recettori chimici che a contatto con il cibo trasmettono dei segnali al nostro cervello e, in base alla nostra esperienza passata, questi segnali vengono tradotti in "piacere" o meno (infatti non tutti hanno gli stessi gusti). La percezione del piacere ci fa stare bene, ci rende felici.

Chiedi allo Psicologo!

Questo "circuito del piacere" è la causa del nostro benessere, ma quando si crea un malfunzionamento diventa anche la causa dei nostri problemi: infatti è possibile che in particolari momenti di difficoltà emotiva si possa sperimentare che l'assunzione di buon cibo è una ottima medicina. Così ogni volta che ci sentiamo un po' giù iniziamo a mangiare, a mangiare tanto perchè se siamo tanto tristi e soli dobbiamo compensare. Il cibo metaforicamente riempie il vuoto che sentiamo dentro di noi e non abbiamo nemmeno paura del mal di pancia successivo, perchè la vita fa già schifo. Se questo succede una volta al mese non dobbiamo preoccuparci: siamo essere umani e quindi fragili! Ma se accade più di 2 volte a settimana dobbiamo iniziare a fare un esame di coscienza e trovare il coraggio di chiedere aiuto ad uno specialista. Stiamo attenti: anche chi "mangiucchia" di continuo mentre lavora o studia rientra nel problema della fase nervosa (termine che più facilmente viene accostato proprio a quest'ultimo tipo di modo di alimentarsi).

I soggetti riconoscono la "non normalità" del comportamento alimentare che hanno, a volte, iniziano a vivere anche una relazione problematica con il proprio corpo e agiscono una serie di comportamenti di compensazione: indursi il vomito tra le possibilità più gravi. Altri diventano obesi, altri pensano di risolvere il problema con una dieta improvvisata o con dei farmaci pericolosi, altri fanno tantissima attività sportiva: se si è fortunati si risolve è il problema superficiale, ma il "dolore" che sentiamo dentro resta. In tal senso, ogni qual volta vediamo una persona obesa, troppo magra o ipersportiva... chiediamoci se dietro quella maschera non c'è altro. Potrebbe esserci una sofferenza più profonda che deve essere affrontata rivolgendosi ad uno Psicologo, che lavorerà in equipe con dietista e nutrizionista per tutelare il benessere della persona.

Dott. Giacomo Scuderi

INFORMAZIONI SULL'AUTORE DELL'ARTICOLO

Il dott. Giacomo Scuderi, Psicologo e Giornalista, si occupa di consulenza e sostegno psicologico per depressione, ansia, attacco di panico, disturbo ossessivo compulsivo, conflitti di coppia ed altre difficoltà. Effettua interventi di psicologia del lavoro, dello sport, per lo studente, per la disabilità; cura la realizzazione ed il coordinamento di progetti. Clicca qui per contattarlo.

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